Linfociti

Linfociti, cosa sono?

I linfociti sono un tipo di cellula che appartengono al gruppo dei globuli bianchi (leucociti).
Questi ultimi vengono divisi in base al loro contenuto di granuli: quelli che ne contengono prendono il nome di granulociti, quelli che ne sono privi, invece, di monociti e linfociti.

I linfociti hanno nuclei rotondi od ovali e misurano, in genere, dagli 8 ai 12 micron circa.
I monociti sono molto simili ai linfociti, ma si distinguono da essi per i nuclei epicentrici (posti lontano dal centro).

I linfociti e i monociti nascono entrambi dalle medesime cellule. Essi vengono formati da cumuli di cellule simili a vesciche, conosciuti come follicoli, che si trovano all’interno delle ghiandole linfatiche e di altri organi che formano la linfa, come la milza, il timo, e le tonsille della gola e del naso, così come si possono trovare nella parete intestinale e qua e là nel midollo osseo.

In condizioni normali ci sono circa 6000 globuli bianchi in ogni millimetro cubo di sangue. Circa il 33% di questi sono linfociti. Il fluido linfatico è composto da un numero variante di linfociti per millimetro cubo.

I linfociti hanno il compito di occuparsi, insieme ai monociti e ad altri tipi di cellule, dei germi e delle sostanze estranee al corpo. Essi producono sostanze che rendono il corpo immune a talune malattie, così come fanno gli anticorpi contro le proteine di vari batteri e virus, e contro le sostanze velenose; anche i linfociti reagiscono in modo simile rispetto a sostanze dannose.

Dal momento che simili reazioni sono pregiudicanti per la riuscita di qualsiasi operazione di trapianto, attualmente vengono fatte molte ricerche, per individuare sostanze che possano neutralizzare queste attività dei linfociti e dei monociti.

Un rapido aumento nel numero dei linfociti presenti nel sangue (linfocitosi) spesso indica la presenta di un processo patologico; nei casi più gravi può trattarsi di leucemia (cancro del sangue), ma più spesso di infiammazione. Nei bambini sani di più di 5 anni il numero dei linfociti può occasionalmente subire un rapido aumento.

Perché sono importanti?

I linfociti appartengono al gruppo di leucociti detti agranulociti e costituiscono fra il 25 e il 30% dell’intera popolazione di globuli bianchi.

Il loro ruolo è di preminente importanza per il sistema immunitario: sono infatti i principali responsabili della risposta immunitaria specifica, conosciuta anche come risposta immunitaria adattiva o acquista.

In base alla loro morfologia, li possiamo distinguere in linfociti grandi e linfociti piccoli. Le cellule più grandi includono i linfociti natural killer (NK), mentre quelle più piccole si suddividono in Linfociti B e Linfociti T.

L’azione dei linfociti

La risposta immunitaria acquisita non si scatena se prima non è stata attivata la risposta innata, meno specifica ma indubbiamente più rapida.

Di base, la vita dei linfociti è breve come quella degli altri globuli bianchi. Tuttavia, alcuni di essi rimangono per anni nell’organismo, fornendo ai futuri linfociti una “memoria” contro quegli agenti esterni che hanno già attaccato il nostro corpo, così da garantire negli anni a venire una risposta immunitaria più efficiente.

Lo sviluppo

I linfociti, così come tutti gli altri globuli bianchi, nascono nel midollo osseo a seguito di un processo che prende il nome di emopoiesi. Sebbene le cellule adulte differiscano fra loro, tutti hanno origine da un comune progenitore linfoide.

Lo sviluppo dei linfociti prende il nome di linfopoiesi; i linfociti B maturano nel midollo osseo, mentre le cellule T progrediscono nel timo. Svolgono la loro azione nel sangue, nella linfa e negli organi linfoidi quali la milza o l’appendice.

Differenze fra linfociti T e linfociti B

linfociti t e bCome già accennato, i linfociti T si sviluppano nel timo mentre le cellule B nel midollo osseo o nel fegato (nel caso dei feti), inizialmente senza differenze fra un gruppo e l’altro.

I due gruppi divengono distinguibili a seguito dell’attivazione dell’antigene, che le trasforma in cellule effettrici. A questo stadio, le cellule effettrici B (plasmacellule) possono secernere anticorpi e sintetizzare importanti proteine nel loro reticolo endoplasmatico, una membrana delimitata dal citoplasma. I linfociti T, al contrario, non secernono anticorpi e sono dotati di una membrana molto più sottile.

A loro volta i linfociti T sono ascrivibili in due classi: linfociti T citotossici e linfociti T helper, i primi hanno il compito di uccidere i microorganismi nocivi, mentre i secondi – rilasciando citochine -contribuiscono ad attivare altre cellule del sistema immunitario, inclusi gli stessi linfociti B e citotossici.

Il sistema immunitario adattivo

La caratteristica più sorprendente del sistema immunitario adattivo è quella di riuscire a produrre milioni di anticorpi specifici in risposta alla stimolazione di un dato antigene.

Questa capacità ha rappresentato per anni uno dei tanti misteri del nostro organismo e solo nel 1954, con la formulazione della teoria della selezione clonale, è stato possibile far luce sui più intricati processi immunitari.

Secondo gli immunologi, ogni linfocita immaturo (naive) nasce predisposto a reagire ad un singolo antigene, poiché i recettori sulla sua superficie possono riconoscere solamente un microorganismo. La cellula stimolata prolifera in milioni di cellule identiche ad essa, specifiche contro la minaccia in corso.

Pensate dunque alla complessità del lavoro a cui è sottoposto il nostro sistema immunitario adattivo: mentre le cellule del sistema immunitario innato devono riconoscere solamente un ristretto numero di molecole sulla superficie di pochi e limitati agenti patogeni, i globuli bianchi del sistema specifico hanno una quantità di nemici potenzialmente infinita; e non si tratta solamente di tutti gli organismi esterni, ma anche di quelli interni: se i recettori dei linfociti non riconoscessero le molecole dell’organismo, queste cellule finirebbero con l’attaccare l’organismo ospite.

Linfociti alti

È possibile avere i linfociti alti senza avvertire alcun sintomo, sarà poi il medico a dover valutare l’origine di tale disordine.

Le cause più frequenti di linfociti alti sono infezioni, malattie autoimmuni, mononucleosi, AIDS o HIV, tubercolosi, pertosse, vasculiti, herpes, leucemia, cancro del sangue o del sistema linfatico, epatite, morbo di Crohn.

Linfociti bassi

I linfociti costituiscono fra il 10 e il 45% dei leucociti nel sangue, equivalenti a circa 1000/4000 unità μL.

Quando il numero di linfociti è basso, aumentano le probabilità di contrarre infezioni. Inoltre, le cellule T e B esercitano un controllo sulla crescita di cellule cancerogene e tumorali.

Le principali cause di linfociti bassi sono infezioni curabili con gli antibiotici. Fra le cause meno comuni e di natura più complessa, ritroviamo l’anemia aplastica, l’AIDS, la tubercolosi, l’epatite virale, disturbi ereditari come la sindrome di Wishott-Aldrich, i linfoma, la leucemia, trattamenti di chemioterapia, il Lupus, l’artrite reumatoide o la sclerosi multipla.

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