Neutrofili, cosa sono?
I leucociti o globuli bianchi dell’uomo vengono suddivisi in tre tipi che sono:
- linfociti;
- monociti;
- granulociti.
I granulociti si suddividono a loro volta in altri tre tipi:
- neutrofili;
- basofili;
- acidofili.
Dunque, con il termine neutrofili viene chiamato un gruppo di cellule della serie dei globuli bianchi, che costituisce quasi il 27% del numero di cellule di questa serie. Sono cellule di diametro di 10-12μ; il citoplasma contiene numerosissime granulazioni ed un nucleo che è monolobato, a forma di U o di S nei neutrofili immaturi, che si suddivide in 2-5 lobi man mano che la cellula invecchia.
Solo il 50% dei neutrofili che si trova dentro i vasi sanguigni circola col sangue, mentre il rimanente 50% resta fermo ai margini dei vasi.
I neutrofili vengono prodotti dal midollo osseo ed entrano nei vasi dove soggiornano in media 10 ore; successivamente lasciano il circolo sanguigno.
I neutrofili sono fagociti (cioè sono cellule che mangiano altre cellule); sono necessari per il meccanismo di difesa del corpo, specie contro i batteri.
In caso di infezione aumentano nel circolo sanguigno per aumento del rilasciamento e della produzione da parte del midollo osseo; il midollo osseo agisce sia come deposito sia come produttore di neutrofili.
I neutrofili sono i leucociti più abbondanti nel corpo umano, arrivando a costituire fra il 50 e 70% dell’intera popolazione di globuli bianchi; sono anche fra i più mobili ma hanno una durata di vita molto breve che raramente supera i 2/3 giorni dalla loro attivazione.
Le secrezioni purulente (pus), risultato dell’interazione con alcuni batteri come lo stafilococco Aureus, sono costituite prevalentemente da neutrofili morti.
Se osservati al microscopio, i neutrofili mostrano il tipico colorito a macchia rosa.
Le loro dimensioni oscillano fra i 12 e i 15 micron e posseggono inoltre un nucleo suddiviso in due o cinque lobi, una particolarità che insieme ad eosinofili e basofili li annette in quel gruppo di leucociti cosiddetti bilobati, cellule con nucleo dotate di lobi collegati fra loro da cromatina.
I neutrofili in circolo possono avere struttura segmentata, quando raggiungono la maturazione, o a bande (fra il 3 e il 5%) se sono ancora immaturi.
Sviluppo e funzione dei neutrofili
In un essere umano in salute circa 100 miliardi di neutrofili vengono quotidianamente prodotti nel midollo osseo e immessi prima nel sangue e successivamente nei tessuti.
La nascita e la crescita dei neutrofili rispettano un ciclo vitale preciso e regolare. La prima cellula immatura identificabile nello sviluppo di un neutrofilo è il mieloblasto, che matura in promielocita e in mielocita.
Al passaggio successivo di metamielocita la cellula è in grado di subire ulteriore mitosi e trasformarsi in un leucocita bandato, l’ultimo stadio prima della definitiva maturazione in neutrofilo.
I leucociti maturi rimangono in circolo nel sangue per circa 7 ore, in attesa di attraversare l’endotelio e raggiungere i tessuti seguendo input chimici di Interleuchina 8, FMlp, Leucotriene B4, C5 in un processo noto come chemiotassi. All’interno dei tessuti la loro forma subisce una variazione, divenendo ameboide.
In ogni caso, non tutti i neutrofili sono immediatamente introdotti in circolo una volta attivati, alcune unità possono immagazzinarsi nel midollo osseo, pronte per essere sfruttate come riserva qualora si verificasse un’infezione – con conseguente aumento di leucociti nel sangue.
I leucociti neutrofili sono i maggiori antagonisti di funghi e batteri e sono fra le prime cellule del sistema immunitario a migrare verso il tessuto infiammato.
Agiscono contro gli agenti patogeni mediante:
- fagocitosi: ingerendo quindi i microbi;
- degranulazione: secernendo un assortimento di proteine con proprietà antimicrobiche, noti come granuli primari (mieloperossidasi, defensine), granuli secondari (fosfatasi alcalina, lisozima NADPH ossidasi) e granuli terziari (catepsina e gelatinasi).
- rilasciando citochine – speciali molecole che hanno la funzione di attivare le altre cellule del sistema immunitario.
Essendo in prima linea nella lotta ai corpi estranei dell’organismo, la precaria longevità di queste cellule è insita nella loro stessa natura. Se non soccombono durante la risposta immunitaria, dopo aver fagocitato gli agenti esterni vengono a loro volta fagocitate dai macrofagi.
Neutrofili alti e bassi
I disturbi legati ai neutrofili possono essere di origine qualitativa o quantitativa, questo in base al tipo di anomalia in corso.
Neutrofili alti o bassi rispetto alla norma, che in un individuo in salute è di circa 2,5-7,5 x 10 9 / L, sono indicatori di un disturbo qualitativo, mentre neutrofili dall’aspetto irregolare potrebbero essere sintomo di un disturbo quantitativo.
Quando un emocromo evidenzia un aumento di neutrofili nel sangue, condizione denominata neutrofilia, le ragioni sono quasi sempre dipendenti da un processo esterno al midollo osseo: una malattia infettiva, un attacco batterico, infiammazioni secondarie, emorragie, o più banalmente stress.
Seppur in percentuale minore, da tenere in considerazione è anche l’eventualità di neoplasie al sistema mieloide o incidentali alla presenza di un tumore solido nell’organismo.
Il problema opposto, la neutropenia (neutrofili bassi), può essere determinata da radioterapia, chemioterapia, agenti antineoplastici, dall’utilizzo di farmaci come fenotiazine, fenilbutazone o allopurinolo.
Alcune infezioni virali come il morbillo possono ridurre il numero di neutrofili e dei granulociti in generale.
Allorquando è riscontrata un’alterazione di tipo qualitativo, a risentirne sono specialmente le capacità dei neutrofili: chemiotassi, fagocitosi e degranulazione.
Neutrofilia (neutrofili alti)
Con il termine neutrofilia si intende un notevole aumento del numero dei neutrofili nel sangue
Quasi tutte le infezioni (fanno eccezione alcune infezioni come tbc, brucellosi, febbre tifoide, ecc.) provocano neutrofilia, che rappresenta un rafforzamento del sistema fagocitario e della difesa del corpo contro l’infezione stessa.
I neutrofili aumentano generalmente in caso di malattia batteriche; tuttavia, esistono certi funghi, virus e vari tipi di parassiti che possono provocare neutrofilia.
La neutrofilia è massima nella fase acuta dell’infezione; con la cronicizzazione dell’infezione la neutrofilia diminuisce, perciò nelle infezioni propriamente croniche non esiste aumento dei neutrofili.
Lo stimolo che provoca neutrofilia è il danno tessutale, perciò in certi casi, dove non esiste un’infezione batterica od una infestazione parassitaria, è presente la neutrofilia come in caso di gotta, ustioni, infarto, etc, dove esiste un danno tessutale, ma non un’infezione.
Certi farmaci possono anche provocare una transitoria neutrofilia, probabilmente non per aumentata produzione del midollo osseo, ma per rientro nel circolo sanguigno dei neutrofili emarginati accanto alle pareti vasali.
Neutropenia (neutrofili bassi)
Con il termine neutropenia si intende una diminuzione dei granulociti neutrofili nel sangue; questa generalmente è la conseguenza di un’alterazione del midollo osseo che è incapace di produrre sufficiente quantità di neutrofili.
L’alterazione del midollo osseo potrebbe essere congenita come nel caso di agranulocitosi, o potrebbe essere secondaria ad agenti fisici (come raggi) o chimici come certi farmaci, specie gli antiblastici che danneggiano il tessuto del midollo che, perciò, non produce più, non solo i neutrofili, ma anche i globuli bianchi (anemia plastica).
Le conseguenze della neutropenia sono le ricorrenti infezioni per indebolimento della difesa del corpo. Le infezioni più frequenti sono a carico della cute, specie delle pieghe cutanee. I batteri responsabili sono più frequentemente i pneumococchi, gli stafilococchi e gli streptococchi.